Oppressione burocratica al sud

L’oppressione burocratica spaventa gli investitori

Gli imprenditori nel Sud (ma anche altrove) indicano che uno dei problemi principali nel fare impresa è l’oppressione burocratica. Domina una burocrazia inefficiente e onnipotente. Ci sono troppi adempimenti da completare, troppi uffici “competenti” a cui chiedere permessi e autorizzazioni. Troppi funzionari che non comunicano fra loro, ma che si coalizzano nell’attacco contro l’imprenditore, spaventando chi vorrebbe investire nel Mezzogiorno. Secondo un recente studio internazionale, la burocrazia del Sud Italia è una delle peggiori in tutta Europa.

Clientelismo e crescita burocratica

Si lamenta che, storicamente, una parte della burocrazia pubblica nel Sud è stata creata per soddisfare esigenze legate al consenso elettorale. Molti politici della Prima e della Seconda Repubblica promettevano posti di lavoro nelle amministrazioni pubbliche in cambio del voto. Un bel posto garantito a vita, senza dover emigrare, in cambio del consenso elettorale.
Intere zone del Sud hanno subito la politica del voto di scambio, con la conseguente crescita burocratica. Pertanto, per un periodo, sono aumentati i posti di lavoro a tempo indeterminato nelle amministrazioni pubbliche, mentre si riducevano le attività produttive nel territorio. In queste zone, le attività produttive, quando non sono morte per la mancanza di infrastrutture o per l’oppressione della malavita, sono perite per soffocazione burocratica. Con la chiusura delle attività produttive, sono scomparsi i posti di lavoro, obbligando tanti meridionali ad emigrare.

I posti di lavoro nel settore pubblico in diminuzione

Ironicamente, anche i posti di lavoro nel settore pubblico nel Sud sono andati a diminuire negli ultimi 10 anni. La crisi economica, le riforme del settore pubblico e le stringenti regole europee sui bilanci pubblici hanno causato il blocco del turnover e la conseguente riduzione dei posti di lavoro. Oggi, è molto difficile che un politico possa promettere posti nelle amministrazioni pubbliche, perché semplicemente non ce ne sono più.

Il potere della burocrazia pubblica al Sud rimane intatto

Il potere della burocrazia pubblica, tuttavia, non si è ridotta con il blocco del turnover e la conseguente riduzione dei dipendenti pubblici. I mammasantissima degli uffici tecnici dei comuni, gli assessori addetti ai trasporti regionali, i funzionari delle agenzie delle entrate, e così via, raramente combinano efficienza, competenza, dedizione e onestà nello svolgimento del proprio dovere. Piuttosto sono interessati a difendere il proprio status di privilegiati all’interno della società meridionale. Fanno il minimo necessario senza assumersi rischi.

Serve lo sportello unico per le imprese e per gli investitori

Chi vuole fare impresa nel Sud deve essere assistito dalle autorità locali e dalla burocrazia pubblica senza essere ostacolato. Serve un cambio radicale di mentalità. Serve lo sportello unico, dove l’imprenditore può rivolgersi per fare tutto quello che serve per far partire un’impresa, senza dover fare il giro degli enti pubblici. Il dipendente pubblico addetto all’assistenza alle imprese non può avere l’atteggiamento come se stesse facendo un favore.

La proposta meridionalista

La proposta politica meridionalista dovrà affrontare con coraggio il ruolo nefasto della burocrazia nel Sud. Sicuramente sarà necessario e giusto tutelare chi lavora bene nel settore pubblico, introducendo il riconoscimento del merito, ma è altrettanto fondamentale spazzare via chi ostacola lo sviluppo del Mezzogiorno attraverso un abuso di posizione. Il clientelismo elettorale, quello della promessa dei posti pubblici in cambio del voto, assieme all’oppressione burocratica dovranno diventare un brutto ricordo del passato.
Gli investitori e gli imprenditori vogliono una burocrazia meno oppressiva. Questa è una delle condizioni essenziali per liberare le energie produttive dei nostri territori, unica soluzione per bloccare l’emigrazione dei nostri giovani.