Nasce la ZES Unica con il Decreto Sud

Lo scorso 16 Novembre, è stato convertito in legge il Decreto Sud del 19.09.2023, che da vita alla Zona Economica Speciale per il Mezzogiorno (ZES Unica).  La piena attuazione del programma, finalizzato al rilancio del Mezzogiorno, sarà uno storico banco di prova per il governo, per i parlamentari eletti al Sud e per gli amministratori locali. Sono previsti incentivi fiscali per circa 1,8 miliardi di Euro e una significativa semplificazione burocratica che dovrebbero favorire gli investimenti nel Sud.

L’articolo 9 del Decreto Sud chiarisce cosa sia una ZES e a quale zona territoriale fa riferimento.  La legge è chiara:

1. Per Zona economica speciale (ZES) si intende una zona delimitata del territorio dello Stato nella quale l’esercizio di attività economiche e imprenditoriali da parte delle aziende già operative e di quelle che si insedieranno può beneficiare di speciali condizioni in relazione agli investimenti e alle attività di sviluppo d’impresa.

2. A far data dal 1° gennaio 2024 è istituita la Zona economica speciale per il Mezzogiorno – ZES unica, di seguito denominata «ZES unica», che ricomprende i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna.

 

La nuova ZES è definita “unica” perché sostituisce le attuali 8 ZES territoriali, estendendo a tutto il Mezzogiorno le misure di incentivazione e semplificazione burocratica. La transizione completa verso la ZES Unica, con l’eliminazione delle ZES attuali, avverrà nel corso dei prossimi due mesi.

Credito d’Imposta

Il principale strumento d’incentivazione economica nella ZES Unica sarà uno sconto sull’ammontare delle imposte dovute all’erario da una impresa, che si tradurrà in credito di imposta.  L’ammontare del credito d’imposta varia nelle diverse regioni del Mezzogiorno secondo la dimensione dell’investimento tra un minimo di €200.000 e un limite massimo di 100 milioni di euro per progetto.

 

ZES Unico
Limiti del Credito d’Imposta – Grafico: www.warranthub.it

 

Le agevolazioni sono previste per gli investimenti iniziali relativi all’acquisto, anche mediante contratti di locazione finanziaria, di macchinari, impianti e attrezzature varie. Le strutture produttive già esistenti e quelle che gli investitori impianteranno nel territorio potranno usufruire delle agevolazioni.  Saranno applicabili all’acquisto di terreni e all’acquisizione, alla realizzazione e all’ampliamento di immobili strumentali agli investimenti.

Le esclusioni

Sono escluse dall’agevolazioni prevista dal Decreto Sud i soggetti che operano nei settori dell’industria siderurgica, carbonifera e della lignite. Sono altresì esclusi gli operatori dei trasporti e delle relative infrastrutture, della produzione, dello stoccaggio, della trasmissione e della distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche.  Anche le imprese nel campo della banda larga e dei settori creditizio, finanziario e assicurativo sono escluse.

Le agevolazioni non si applicano alle imprese che si trovano in stato di liquidazione o di scioglimento ed alle imprese in difficoltà come definite dall’articolo 2 punto 18 del regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione, del 17 giugno 2014.

Il successo o fallimento della ZES Unica

Il prof. Carmelo Petraglia, docente di economia dell’Università della Basilicata e consigliere scientifico SVIMEZ, ricorda che “saranno in particolare due aspetti a decretare il successo o il fallimento della ZES unica.” In primo luogo, sarà critica la capacità da parte dello sportello unico delle autorizzazioni di svolgere il suo ruolo per l’intero territorio meridionale.  E poi, saranno decisive le scelte del Piano Strategico. Sarà fondamentale “sostenere l’ampliamento e l’integrazione del sistema produttivo meridionale nelle filiere strategiche europee, e valorizzare, anche grazie al PNRR, gli snodi logistici portuali e retroportuali del Sud.”

Una misura di salvaguardia per il Sud

L’articolo 16 del Decreto Sud prevede un’importante salvaguardia per il Mezzogiorno rispetto agli incentivi del passato. Le imprese che beneficeranno degli incentivi dovranno “mantenere la loro attività nelle aree d’impianto, ubicate nelle zone assistite … nelle quali è stato realizzato l’investimento oggetto di agevolazione, per almeno cinque anni dopo il completamento dell’investimento medesimo. L’inosservanza dell’obbligo … determina la revoca dei benefici concessi e goduti secondo le modalità stabilite” dal decreto.

Invitiamo i cittadini e gli imprenditori meridionali ad informarsi sulla ZES Unica per esercitare la giusta vigilanza affinché le agevolazioni non siano sprecate o perse.