Fondi per il Mezzogiorno

Abbiamo letto con grande attenzione e approvazione l’azione meridionalista posta in essere da Identità Siciliana e il Movimento per il Nuovo Sud per una corretta ripartizione dei fondi per il Mezzogiorno. L’azione aveva l’obiettivo di sensibilizzare la Task Force Ripresa e Resilienza in seno alla Commissione Europea di vigilare affinché venisse riconosciuto al meridione d’Italia la giusta parte di mezzi europei stanziati in seno al Next Generation EU (il bilancio straordinario 2021-2027 istituito in sede comunitaria) di cui il Recovery and Resilience Facility (conosciuto impropriamente in Italia come Recovery Fund) rappresenta la maggior parte.

Tuttavia, è doveroso fare una distinzione fra una sensibilizzazione verso una istituzione europea come quella fatta dai meridionalisti di Identità Siciliana e del Movimento per il Nuovo Sud alla Commissione Europea e una richiesta formale, in forma di petizione, presentata al Parlamento Europeo.  

La differenza sostanziale tra le due azioni è che la prima si è rivolta all’organo esecutivo dell’Unione europea (la Commissione) richiedendo il rispetto di quanto l’UE ha già deciso, repetita iuvant. La seconda, invece, è stata rivolta nel 2015 direttamente al Parlamento europeo in forza del suo potere legislativo e di indirizzo. Una volta definita ammissibile, ha determinato una legislazione ad hoc nel Paese membro (l’Italia) ed un orientamento revisionista circa le modalità di lettura degli eventi pre e post unitari. 

Entrambe sono importanti e meritevoli. 

Ricordiamo che il primo vero, tangibile ed efficace risultato concreto si è avuto con la petizione 748 del 2015 dichiarata ammissibile 17 marzo 2016 che ha spinto il governo italiano a legiferare in forza delle convenzioni sulle petizioni tra UE e Stati membri.

Con l’accoglimento di questa storica petizione, Cenerentola (il Sud Italia) ha trovato il suo principe azzurro nell’Unione europea che ha permesso l’affermazione di 2 fondamentali principi:

      • il diritto alla revisione storica basata su fatti oggettivi: Non tutti sanno che a partire dall’anno scolastico 2018/19 alcuni libri di testo utilizzati nelle scuole riportano la resistenza delle popolazioni del meridione d’Italia come una vera e propria guerra civile etichettata come brigantaggio. Per la prima volta i sacrifici di quelli che i vincitori chiamarono Briganti vengono riconosciuti come legittimi e non come criminali. Quella etichetta fu affibbiata solo per giustificare una feroce e sanguinosa repressione contro una parte della società civile che si opponeva all’atroce destino che attendeva le popolazioni dell’Italia meridionale sfociato in una biblica emigrazione verso lidi più sicuri.
      • il diritto alla equa ripartizione dei contributi ordinari dello Stato in base alla percentuale della popolazione residente: Esiste una legge in Italia che qualcuno conosce come legge del 34% che obbliga le amministrazioni centrali dello Stato (i Ministeri) e la Presidenza del Consiglio a destinare, a titolo di contributi ordinari, quanto da loro erogato nel Paese in base alla percentuale di popolazione italiana rappresentata dalle 8 regioni dell’Italia meridionale (dato ISTAT dell’anno precedente), ad oggi pari a circa il 34% della popolazione residente in Italia (questi i riferimenti: art. 7 bis del decreto Mezzogiorno n. 243 del 29 dicembre 2016 convertito in legge con modificazioni nella Legge n. 18 del 27 febbraio 2017 e sue successive modificazioni nelle leggi di bilancio 2019 e 2020).

Il successo ottenuto da questa azione deve essere di stimolo ad iniziative come quella di Identità Siciliana e del Movimento per il Nuovo Sud. Esortiamo quindi ciascun movimento che ne sia capace di avviare contatti con le istituzioni europee affinché essi siano produttivi di ulteriori stimoli tesi al recupero dell’ultracentenario divario creatosi tra le due parti del Paese a partire dalla cruenta unificazione dell’Italia.

–Giancarlo Chiari, Membro della Segreteria Politica dei Meridionalisti

Di Meridem