liberare il sud

La lotta dei lavoratori della Whirpool

Gli operai della Whirpool, in lotta contro la chiusura della fabbrica, sono nel cuore di tutti i meridionalisti. La loro lotta è, di fatto, indirizzata a liberare il Sud dalla schiavitù dell’assistenzialismo. È una lotta a difesa di quello che rimane del tessuto industriale meridionale.

Non è accettabile che una fabbrica che non è mai stata in perdita sia chiusa. Non è giusto che i lavoratori e tutto il territorio debbano pagare per le politiche irresponsabili dei manager delle aziende.  Politiche caratterizzate da acquisizioni di altri marchi e mancati investimenti sulla innovazione. E’ intollerabile la ricerca perenne di luoghi dove produrre con costi della manodopera più bassi aumentando i profitti degli azionisti. Soprattutto non è perdonabile che i governi nazionali, succedutesi nel corso della storia repubblicana, siano colpevoli di non attuare delle politiche a sostegno degli investimenti industriali, specialmente al Sud!

Questo è il risultato della assenza di una politica degli investimenti nazionale ed anche delle regole del capitalismo dell’ultima era. Un capitalismo globalizzato alla continua ricerca, in ogni angolo del mondo, di risorse umane da sfruttare e mercati dove vendere i propri prodotti. C’è sempre “un altro posto” dove ci sono meno leggi a tutela dei lavoratori, dell’ambiente e anche dei consumatori.

Questa è la realtà che sia i progressisti che i conservatori, purché rispettosi dei propri principi, della propria identità e tradizioni, dovranno combattere per migliorare il mondo.

Il progetto del Gruppo Seri a Teverola

Torniamo alla Whirpool di Napoli. Il Corriere della Sera di oggi ha pubblicato un articolo intitolato “Whirlpool, il progetto delle batterie al litio per salvare i lavoratori di Napoli”.  L’autore, Fabio Savelli, inizialmente pone alcune importanti domande: “Riusciranno le batterie al litio a salvare tutti i lavoratori di Whirlpool a Napoli? Riuscirà il gruppo Seri che è appena partito col primo impianto a Teverola, provincia di Caserta, a realizzare una vera e propria gigafactory per le auto elettriche in Campania sfruttando la vicinanza con gli impianti Stellantis di Cassino, Melfi e Pomigliano?”

Dalla lettura degli articoli pubblicati dagli inizi di gennaio, sembra proprio di sì.  Sembra che ci sia grosso interesse a livello sia europeo che nazionale di far nascere una fabbrica in supporto delle auto elettriche. E, secondo Savelli, un numero consistente degli attuali 350 dipendenti della Whirpool potrebbe essere assorbito fra i 675 dipendenti previsti per la nuova struttura.

Liberare il Sud dall’assistenzialismo e dal “vivere di turismo”

Due considerazioni in merito alla notizia:  la prima è che se il progetto del Gruppo Seri a Teverola, di reintegrare i lavoratori della Whirpool e creare altra occupazione, si dovesse realizzare, sarà fondamentale affinché si risollevino le sorti di questa area industriale del Mezzogiorno.  La seconda è che il progetto del Gruppo Seri diventerebbe un valido esempio di come applicare le normative europee sull’utilizzo di aiuti di Stato destinati a promuovere la realizzazione d’importanti progetti di comune interesse europeo. Un ottimo esempio di utilizzo di fondi europei destinati alla trasformazione del tessuto produttivo nel Vecchio Continente.

Questa è la giusta direzione da seguire per liberare il Sud dalla schiavitù dell’assistenzialismo e dalla trappola del “vivere di turismo”.  Entrambi fanno parte di un paradigma che non ha mai garantito, nel lungo termine, la sostenibilità economica a nessun popolo libero.

 

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La foto di copertina proviene dal sito della fiom-cgil

Di Meridem