sfruttamento schiavista

Ci interessiamo, questa volta, di un problema che affligge tutta l’Italia: lo sfruttamento schiavista nei campi.

L’uguaglianza dei diritti

Arriviamo subito al punto: gli “stranieri irregolari” che lavorano devono avere gli stessi diritti degli stranieri “regolari” e degli italiani. Noi meridionali, obbligati ad emigrare in tutto il mondo, conosciamo bene cosa sia lo sfruttamento e cosa vuol dire essere un lavoratore clandestino. Abbiamo 150 anni di esperienze in tal senso. In tutto il mondo. Non solo, ma abbiamo anche subito l’umiliazione di essere stati “venduti” in Europa in cambio di carbone. Questo per soddisfare le esigenze degli industriali del Nord dopo la Seconda Guerra Mondiale.

La ministra Teresa Bellanova alza la voce

Ha ragione la Ministra Teresa Bellanova, che minaccia di dimettersi se non si va avanti verso la regolarizzazione dello status degli “irregolari”. Da ex bracciante, sa bene di cosa stia parlando. Ha completamente ragione quando dice apertamente che qui non si tratta di un fatto di ”convenienza economica” ma di un fatto di grave apartheid razziale.

Gravissima l’opposizione di Salvini,  Meloni e dei loro alleati! Incomprensibile la posizione ambigua di una parte del Movimento 5 stelle! Evidentemente, ed ancora una volta, vogliono far prevalere gli interessi economici dei loro elettori ai quali evidentemente fa comodo lasciare le cose come stanno. Ancora una volta sono disposti a calpestare i diritti delle persone piu’ umili. Prima il diritto alla assistenza sanitaria, ora il diritto al lavoro!

Sfruttamento schiavista favorito dalla mancanza di ispettori

Manca da decenni un numero sufficiente di Ispettori del Lavoro per controllare le condizioni di impiego dei braccianti, sia regolari che, soprattutto, irregolari stranieri e italiani. Questo è gravissimo, in particolare se si considera che lavorano ai limiti della schiavitù.

Negli anni è diminuito il numero totale dei lavoratori nel settore agricolo ma si è avuta una crescita esponenziale di impiego dei migranti, considerati oggi indispensabili per l’esistenza stessa del settore agricolo.

Secondo il dossier statistico 2018 sull’immigrazione prodotto da Idos, risulta che gli irregolari formano un quarto dei lavoratori agricoli.

Il IV Rapporto dell’Osservatorio Placido Rizzotto della FLAI-CGIL del Giugno 2018 evidenzia che le infiltrazioni mafiose nella filiera agroalimentare e nella gestione della domanda e offerta di lavoro attraverso la pratica del caporalato, muovono un’economia illegale di oltre 5 miliardi di euro.

Questa ricerca ha stimato l’esistenza di circa 400/430 mila lavoratori stranieri coinvolti nell’ingaggio irregolare, e di questi almeno 130.000 in condizione di grave vulnerabilità. Sono numeri parziali perché si riferiscono solo ai lavoratori censiti.

Ai dati contenuti nel IV Rapporto, si devono infatti aggiungere circa 200.000 lavoratori che sfuggono completamente ai controlli o a qualunque forma di tracciatura. C’è un numero impressionante di “invisibili” senza diritti, trattati come schiavi di cui ci si libera senza scrupoli al momento opportuno e, la cui salute non vale più di quella di un cane randagio.

In agricoltura, l’incidenza degli “irregolari” rispetto ai regolari, secondo l’ISTAT, è del 23%, il doppio che negli altri settori produttivi.

Mettere fine allo sfruttamento schiavista

Evitiamo di parlare delle ridicole leggi contro i caporali e delle offensive paghe orarie per i lavoratori. Parlare di convenienza economica per il settore è scandaloso, quando, invece, si tratta di DIRITTI UMANI, che DEVONO ESSERE RISPETTATI! Basta chiacchiere e basta aspettare altro tempo.

Cosa si deve fare per mettere fine allo sfruttamento schiavista?

Si deve dare uno status legale, anche se temporaneo, a tutti gli “invisibili, in tempi brevi. Si deve provvedere ad accertamenti presso le aziende agricole che li impiegano (per esempio assumendo giovani stagionali disoccupati). Le agenzie del lavoro Statali (ex uffici collocamento) vanno messi in condizione di operare, senza più privilegiare quelle private. I Comuni devono rilasciare un documento di identità a tutti questi lavoratori. Le conseguenze si vedranno anche nelle paghe, nelle tasse, , negli affitti ed altro. Tutto il sistema che gira intorno allo schiavismo “tollerato” sara’ influenzato positivamente.

L’economia deve creare benessere per tutti, non sfruttamento per tanti e affari d’oro per pochi.

–Alessandro Citarella