scudetto rovesciato

Lo scudetto rovesciato è una protesta nonviolenta contro la discriminazione

Il presidente del Club Napoli Due Sicilie, Luigi Guarino, risponde alla lettera pubblicata dall’Eco di Bergamo a proposito dello scudetto rovesciato esposto dai tifosi napoletani in Curva B al Maradona prima della partita Napoli-Fiorentina lo scorso 7 maggio.

La lettera a firma Carlo Saffioti al direttore del quotidiano “L’Eco di Bergamo”

Egregio direttore,

giustamente l’Atalanta è stata punita per gli ingiuriosi cori contro un giocatore juventino. Si è discusso se ispirati da maleducazione o da razzismo. Sono comunque inaccettabili ed è meritata la punizione inflitta alla nostra squadra, tra tanti clamori, tante dichiarazioni sdegnate, tante dure condanne. Forse pure troppe. Silenzio assoluto invece sugli strigli anti italiani esposti allo stadio Maradona e sul gigantesco scudetto tricolore presentato ingiustamente alla rovescia come un essere umano appeso per i piedi, accompagnato dalla scritta «campioni in Italia» per sottolineare la propria estraneità rispetto allo Stato italiano.

Scudetto e striscioni sono offensivi per tutta la comunità italiana, ma non hanno suscitato alcune protesta né alcuna sanzione. Non ritengo sia opportuno far finta di niente! Si sta diffondendo nel nostro sud un violento revisionismo neoborbonico che si basa una quantità impressionante di falsi, falsificazioni, invenzioni, bugie sul Risorgimento, sui suoi protagonisti: è continuamente infangando il processo che porta all’unità d’Italia.

Il Regno delle due Sicilie è presentato come un paradiso terrestre, la terza potenza del mondo, dove tutti vivevano felici e contenti. Poi arrivarono i barbari piemontesi che con l’aiuto di un ladro di cavalli e di mille mercenari avanzi di galera invasero e depredarono il felice e prospero regno borbonico. E tutti i problemi attuali del sud vengono fatti derivare da quelle depredazioni e quei massacri (inventati!). Non c’è niente, proprio niente di vero, non ci sono documentazioni, niente eppure nel diffuso deserto culturale sul Risorgimento queste menzogne storiche si diffondono e così arriviamo agli striscioni e alle bandiere borboniche sventolare per lo scudetto.

Si offendono così tutti quei meridionali che si sacrificarono per l’unità d’Italia, che morirono per il tricolore, che tennero sempre vivo l’amore di patria. Mi piace ricordare, tra i protagonisti del Risorgimento, Silvio Spaventa cui è stato dedicato un interessante convegno nei giorni scorsi alla May. Non credo che sia giusto far finta di niente, che la Federazione non prenda alcun provvedimento nei confronti di comportamenti gravi almeno quanto i cori della scorsa partita dell’Atalanta e che questi neoborbonici possano impunemente continuare a diffondere falsità, a seminare odio, a insultare gli italiani.

 

La risposta di Luigi Guarino, presidente del Club Napoli Due Sicilie

club napoli due sicilieEgregio Direttore,

ho letto su alcuni siti la lettera del sig. Carlo Saffioti da voi pubblicata ed a cui vorrei rispondere in qualità di presidente del Club Napoli Due Sicilie. Per non cadere in uno sproloquio noiosissimo, sarò molto schematico.

  1. Paragonare cori razzisti, cioè mirati ad offendere la dignità della/e persona/e a cui sono indirizzati, con uno striscione senza dubbio polemico ma che certamente non augurava la morte di nessuno (soprattutto per via di catastrofi naturali) mi sembra quanto meno una forzatura.
  2. Converrà con me che esporre un simbolo rovesciato presentato come “bottino di guerra” non è esattamente la stessa cosa di appendere un essere umano per i piedi.
  3. La scritta “campioni in Italia” completava il tutto per esprimere la totale estraneità ad un modello di ipocrisia tutta italiana che va dalla finzione dell’antirazzismo (derubricando a “cori da stadio” gli auguri di morte a tutta una popolazione per mano del Vesuvio) ad un fair play finanziario su cui stanno arrivando i primi risultati delle indagini della GdF.
  4. Lei, sig. Saffioti, si sente offeso in quanto italiano? Io invece, pensi un po’, quando mi indicano come la vergogna dell’Italia intera perché coleroso che col sapone non mi sono mai lavato, rido. E sa perché? Perché Napoli è stata l’unica città ad eradicare il colera in 15 giorni ed il suo sapone (straordinaria lavanda) fu citato persino da Miguel de Cervantes Saavedra nel “Don Chisciotte della Mancia” (parte II cap. XXXII).
  5. Concordo con Lei, sig. Saffioti, sul fatto che quello scudetto rovesciato è figlio del revisionismo storico che da molti anni sta esondando come un fiume carsico ma che non ha ancora completato il suo lavoro, visto che persistono molte convinzioni frutto ancora di un lavoro secolare portato avanti da quelli che Antonio Gramsci chiamava scrittori salariati e di cui sono figlie le sue affermazioni in merito alle “menzogne storiche”. Lungi da me l’idea di atteggiarmi a professore di storia ma, in merito alle sue affermazioni sul Risorgimento Le consiglio di studiarsi gli scritti di Antonio Ghirelli (non esattamente un neoborbonico antitaliano) e, soprattutto, quelli di Antonio Gramsci. Sulle stragi piemontesi, basta ascoltare l’LP “l’Unità” dei milanesi Stormy Six, datato 1972.
  6. Sulle bandiere: quelle che vede sventolare sono le bandiere del nostro antico Stato (il Regno delle Due Sicilie) esattamente come lo sono la bandiera della Regione Sardegna (di origine aragonese), della Regione Sicilia (adottata nel 1302, a 40 anni dai Vespri, dal Regno di Trinacria), della Regione Veneto (Serenissima Repubblica di Venezia). Certo, convengo con Lei che la Regione Lombardia ha ritenuto inventarsi un simbolo ex novo nel 2019 ma noi, che ci vuol fare, restiamo legati al concetto che la storia è maestra di vita.
  7. Un’ultima cosa. Non carichi di significati politici lo striscione della Curva B. Non ci sono partiti politici dietro gli ultrà del Napoli (a differenza di altri gruppi ultras italiani). Quei ragazzi hanno solo rivolto uno sberleffo a chi li offende, come tifosi e come napoletani, ogni domenica. Non si sentono italiani? E mica solo loro. Sono decenni che questa cosa ci viene ripetuta in varie sedi: politiche, istituzionali, trasmissioni televisive, giornali, piazze e stadi. Abbiamo capito. Ora le cose sono due: o ci atteggiamo a vittime o prendiamo coscienza della situazione e ci organizziamo per risolverci i problemi da soli. Chi ha visto quella curva, nel mondo, si sarà chiesto: ma che cosa volevano dire? E, forse, persone come Bono o Bob Sinclair si sono dati anche una risposta.

P.S. Se dovesse capitare a Napoli, sarò onorato di poterLe fare da Cicerone e mostrarLe, fra le varie eccellenze, quanto artisti della sua Bergamo hanno contribuito alla Grande Bellezza della nostra città.

Luigi Guarino Presidente Club Napoli Due Sicilie.

 

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