marco pannella

Il 19 maggio 2016 moriva Marco Pannella. Nel quarto anniversario della sua scomparsa, pubblichiamo un articolo del nosto Segretario Politico, Alessandro Citarella, sul meridionalismo democratico del leader radicale.

MERIDIONALE E meridionalista

Marco Pannella, pur dichiarandosi cittadino del mondo, era un “fiero terrone” per nascita, visto che era un abruzzese di Teramo. Marco è stato un politico, attivista e giornalista italiano, che si autodefiniva «radicale, socialista, liberale, federalista europeo, anticlericale, antiproibizionista, antimilitarista, nonviolento e gandhiano. Aggiungo inoltre che era anche colui che dava voce agli oppressi dalle dittature coloniali senza paura di quei poteri forti che sempre lo hanno temuto.

E’ stato un esempio di quel meridionalismo lucido ed analitico, perfettamente sovrapponibile al nostro pensiero politico.

Di seguito, la sintesi, da Radio Radicale, di un evento organizzato nell’ambito di “Azione Radicale”, su Telenorba il 16 luglio 2002.

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Appello alle popolazioni meridionali

“Un appello alle popolazioni meridionali per la lotta nonviolenta contro l’ipoteca nordista della alleanza storica tra grandi famiglie protezioniste e le burocrazie sindacali”

Chiamato a Telenorba per commentare l’esito del voto parlamentare sui seggi alla Camera, Marco Pannella ha colto però l’occasione per rivolgersi alle popolazioni meridionali. Le ha invitate alla mobilitazione nonviolenta in nome del meridionalismo salveminiano contro quell’ipoteca nordista che prosegue nell’alleanza tra Cofferati, Agnelli e le burocrazie romane.

Marco Pannella e il meridionalismo democratico

Il leader radicale ha ripreso ed attualizzato la denuncia che Gaetano Salvemini pronunciò all’inizio del secolo quando il padre del meridionalismo democratico abbandonò il movimento operaio e sindacalista contro «l’alleanza storica delle grandi famiglie industriali e protezioniste del nord e le burocrazie sindacali, che operavano contro il radicamento della democrazia nella società italiana ed il progresso».

Marco pannella denuncia L’Alleanza fra CGIL e FIAT

L’alleanza Cofferati-Agnelli “Stiamo assistendo – ha detto Pannella – a quella situazione che portò Giuseppe Di Vittorio a morire di crepacuore”.

«La Cgil – ha accusato il leader radicale – ha già fatto uno sciopero generale contro la grande montatura, la grande menzogna dell’articolo 18 che ha riguardato in un anno meno di 40 cittadini lavoratori italiani, mentre per le condizioni dell’acqua, delle campagne, per le condizioni economiche e strutturali dell’intero mezzogiorno, nulla cambia», e mentre «la politica denunciata da Salvemini continua con nuovi sussidi invisibili immensi alla Fiat, con l’accordo di Cofferati e della sinistra».

«Su questo però i sindacati e Cofferati non dicono nulla: ancora una volta socializzano le perdite dell’industria protezionistica per meglio privatizzarne i profitti».

«Dinanzi al disastro idro-geologico, ad una politica che distrugge non solo le coste e le città, ma tutta la struttura sociale e produttiva del Mezzogiorno, i sindacati non hanno fatto un giorno di sciopero nazionale in questi trent’anni: Agnelli, Cofferati e le burocrazie romane sono la stessa cosa».

Lotta nonviolenta in nome del meridionalismo democratico

Il leader radicale, però, non si è fermato alla denuncia, ma ha chiamato alla mobilitazione: «La nonviolenza che abbiamo esercitato rispetto ai palazzi romani, è l’arma grande dei popoli, come l’India grazie a Gandhi ha dimostrato».

marco pannella
Marco Pannella e il Dalai Lama accomunati dalla nonviolenza

«La nonviolenza – ha sottolineato Pannella – deve essere la nostra arma e il nostro contributo democratico: armati di nonviolenza, di nuovo meridionalismo, dobbiamo denunciare questa continua ipoteca nordista, cofferatiana-agnelliana fatta di truffe quotidiane, fatta di negazione della realtà umana storica del mezzogiorno d’Europa».

«In nome di Gaetano Salvemini – ha proseguito – dobbiamo continuare a costringere Roma a compiere il cammino di legalità, che è necessario ai poveri, necessario a coloro che sono armati non di potere, ma di intelligenza, di cultura di volontà di capacità di lotta».

«Supplico i nostri conterranei – ha concluso Pannella – a lottare con la nonviolenza, a non lasciarsi andare alla rabbia, perché la rabbia è quello che il potere vuole, perché riescono a farci passare come gente esasperata da problemi propri, mentre abbiamo una grande visione, quella di affermare il meridionalismo salveminiano che è una urgenza europea ed armati di nonviolenza noi “poveri” dobbiamo fare una grande lotta per la democrazia e la legalità italiana».

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Invitiamo i lettori a leggere i primi quattro articoli del nostro statuto dove potranno constatare l’assonanza fra il nostro meridionalismo e quello di Pannella.

Alessandro Citarella — segretario politico dei meridionalisti democratici

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Marco Pannella, consigliere comunale a Napoli nel 1984.
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