Recovery Fund

In questi giorni si stanno definendo gli accordi per il Recovery Fund, il “Fondo Ripresa”. Questo è uno strumento per la ripresa dell’economia nei Paesi dell’Unione Europea (UE) che sono stati più duramente colpiti dalla crisi derivata dall’emergenza Covid. Questo fondo sarà un mix di sovvenzioni, crediti agevolati e prestiti di lunga durata, dal quale prelevare la liquidità necessaria agli Stati in difficoltà per finanziare le fasce deboli della popolazione, i settori economici e le categorie che devono ripartire dopo il “lock-down”

Vince la solidarietà europea

I Meridionalisti – Federalisti Europei – sostengono la posizione del governo italiano perché il Recovery Fund è uno strumento caratterizzato dal principio di solidarietà e mutualità tra gli Stati. L’adozione di questo strumento consentirà inoltre di contrastare la finanza speculativa, tuttavia, gli effetti saranno più evidenti dal 2021. Ciò potrà favorire in Europa una ripresa economica che punti al progresso scientifico, alla modernizzazione e ponga maggiore attenzione alle politiche ambientali.

Il fondo, che farà parte del bilancio UE 2021-2027, potrebbe ammontare dai 500 ai 1.000 miliardi di euro. Sia l’importo che il piano d’impiego saranno rivelati il 27 maggio prossimo da Ursula von der Leyen, l’attuale Presidente della Commissione Europea.

Una volta raccolta la liquidità sul mercato, questa sarà distribuita ai Paesi che ne hanno bisogno.

L’Italia vuole sovvenzioni, non prestiti.

I Paesi dell’Unione si trovano d’accordo sulla creazione del Recovery Fund, ma le discussioni si accendono e i fronti si dividono quando si passa a parlare del tipo di sostegno che deve dare, cioè se concederà prestiti o sovvenzioni a fondo perduto. Il ricordo della brutale dell’esperienza della Grecia fra il 2012 e il 2015 ha giocato un ruolo fondamentale nel plasmare una visione solidale da parte delle popolazioni europee. L’opinione pubblica tedesca, per esempio, ha reso possibile il cambio di posizione del governo tedesco dalla totale intransigenza fiscale alla solidarietà.

Sulla “non rimborsabilità” del fondo si basa la lotta tra ventitré stati che sono favorevoli e i quattro che sono contrari. I paesi contrari sono Austria, Paesi Bassi, Danimarca e Svezia; hanno un reddito pro-capite per abitante più alto della media europea e, probabilmente, non beneficerebbero di questo fondo. Rappresentano 41 dei 446 milioni di abitanti. Mentre i primi due usano l’Euro, gli altri hanno monete nazionali. 

La UE garantirà i Recovery Bond, cioè i titoli che gli Stati “venderanno” direttamente. Questo rappresenta un meccanismo di effettiva mutua cooperazione per far ripartire un’economia liberale ma non assoggettata alle banche. Gli Stati non saranno vittime d’interessi che non farebbero altro che aumentare il debito già esistente.

La ripresa del Sud e dell’Europa dipende da noi!

I cittadini del Mezzogiorno dovranno alzare la vigilanza affinché i Fondi e i meccanismi che saranno concordati in ambito UE non siano “distrattamente” assegnati altrove. Vanno sollecitati gli amministratori regionali e comunali e tutti i Parlamentari eletti nel Sud a battersi con noi. Noi faremo la nostra parte...

Alessandro Citarella — Segretario Politico dei Meridionalisti