La spiaggia della città di Napoli va da Pietrarsa a La Pietra, ed è lunga 27 km. Lungo questa costa vi sono solo 5 arenili pubblici, per i quali ad oggi sono disponibili solo 200 metri di spiaggia balneabile. Per il resto vi sono pericolosi scogli oppure soltanto lidi in gestione privata. Vi aspettavate una notizia simile ? No vero ?

 

I tre sindaci di “sinistra” hanno fatto come le tre scimmiette.

Dal 2001 al 2023 sono passati  22 anni. Come quelli di un ergastolo scontato per buona condotta.

Dal 2001 al 2011 il Sindaco era Rosa Russo Jervolino , ex popolare di centro sinistra.

Dal 2011 al 2021 il Sindaco era Luigi De Magistris , ex rivoluzionario schierato per il popolo.

Dal 2021, ovvero da due anni, c’è Manfredi, ex ministro in quota PD e che si richiama a valori della sinistra.

Ora questi signori hanno lasciato praticamente tutte le disponibilità delle spiagge nelle mani di poche persone che fanno il bello ed il cattivo tempo con un bene pubblico così importante.

Oltre 900.000 napoletani, per il sole ed un bagno, o pagano o vanno altrove .

Così oltre 900.000 abitanti devono fare i conti con parcheggi a pagamento, di alto costo, servizi di trasporto inefficienti e poco affidabili,  assenza di una politica delle spiagge, e chiusura per mancata balneabilità di quel poco che resta.

Le bonifiche delle spiagge a Napoli possono attendere

Bagnoli e San Giovanni attendono bonifiche da oltre 30 anni. Qualcosa si muove ma nel mirino vi sono ovviamente prima le aree ad interesse economico e commerciale. Le spiagge ed i cittadini vengono trattati come sudditi delle colonie, da tutti quelli che hanno il potere e promettono mari e monti per essere votati. E nessuno ha il coraggio di presentarsi alle elezioni almeno “promettendo” qualcosa per le spiagge.

Le “concessioni” , termine medioevale, date e rinnovate nel silenzio

La lobby dei balneatori  a Napoli deve essere forte e ben legata al potere, visto che conta più del voto. Sono infatti  concesse la quasi totalità delle spiagge ai privati: lidi e stabilimenti che versano un canone e ne fanno in genere cosa propria.

Con la titolarità di una concessione pubblica si fanno pagare per l’accesso, fittano lettini e ombrelloni, staccano fatture e scontrini per ospitare cerimonie, concerti, serate live. Adesso in pratica sfruttando uno spazio di sabbia, tecnicamente un bene demaniale marittimo, aprono quando sono pronti, poi ad una certa ora in genere devi lasciare lo stabilimento perchè lo stesso serve per l’aperitivo pomeridiano, poi per la serata e per le feste.

In inverno, avendo investito denaro in queste attività, gli spazi, che sono in concessione, vengono chiusi e sorvegliati.

A Napoli superato anche lo sconcio del vergognoso piano regionale per le spiagge

A Napoli  i metri quadrati in concessione “turistico-ricreativa” sono 226 mila.   Sono meno di 10 mila i metri quadrati di spiaggia pubblica balneabile e senza scogli.  Resta libero, per  quasi 1 milione di persone, il 4,4 per cento di spiaggia col mare pulito.

L’ultimo vergognoso piano spiagge, approvato dalla Regione, prevede almeno il 30 per cento di spiagge libere. Questa è una percentuale che grida vendetta, per il trattamento da sudditi dei cittadini che pagano e sono i proprietari dei beni comuni.

Rotonda Diaz, largo Sermoneta, Palazzo Donn’Anna, Gaiola. Queste sono le spiagge rimaste. Sono talmente piccole che, come la Gaiola, si deve prenotare,  con accesso massimo di 50 bagnanti, poche ore di fruibilità e stradina impervia e lunga per arrivarci. Oltre alla solita “gabella” del parcheggio da pagare. L’alternativa è quella di passare mezza giornata sui mezzi pubblici per andare e tornare.

Qui un interessante approfondimento :  Corriere.ithttps://napoli.corriere.it/notizie/cronaca/23_giugno_03/napoli-in-vigore-il-numero-chiuso-sulle-spiagge-a-posillipo-e-subito-ressa-e-proteste-21f9bf10-3ff2-499c-b6a5-6be2fc0adxlk.shtml

I ridicoli costi delle “concessioni” a fronte di copiosi guadagni

Abbiamo attinto i dati di alcune di queste attività, che sfruttano appunto le “concessioni” , retaggio del MEDIOEVO POLITICO.

Tra Posillipo, Marechiaro e Coroglio con cifre tra 3300 ed i 23500 euro annui, si diventa gestore di un lido o di un club. Secondo i bilanci rendicontati si tratta di ricavi per circa 1 milione di euro medi  dichiarati prima del Covid.

Il Bagno Elena, per 11 mila metri quadrati, versa all’Autorità portuale che gestisce le concessioni, 17 mila euro,  incassando mensilmente per lettini di giorno e, aperitivi, buffet pomeridiani e feste serali sul pontile  della struttura.

Bagno Sirena e Ideal, sempre in zona, pagano 5100 e 5700 euro annui. Le Rocce Verdi pagano 4319 euro. Villa Imperiale paga 3377 euro. La somma incassata dall’Erario è ridicola messa a confronto della sottrazione completa delle spiagge ai napoletani. Ma un piano spiagge inesistente è anche peggio. Almeno De Magistris ci provò a tenere aperte quelle pubbliche. Ma pare che le assunzioni  di giardinieri e di addetti al benessere pubblico siano cosa assai meno importante che quella della tutela delle friggitorie e dei luoghi di ristoro.

Anche qui un giornalista che fa il proprio lavoro: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2023/06/03/news/napoli_lo_scandalo_delle_concessioni_balneari_su_27_km_di_costa_solo_200_metri_liberi-402945818/

Le conclusioni e i costi enormi di una “burocrazia politica” insopportabile

Con la spinta di Associazioni come “Terra Mare Motus”, di giornalisti “liberi” di esserlo, e qualche politico presente, abbiamo fiducia che si possa cambiare questo andazzo. Si tratta di utilizzare bene la risorsa mare a Napoli ed accontentare i cittadini prima di tutto e poi i voleri di chi crede che la Campania e Napoli si salvano con le friggitorie ed il biglietto pure per respirare.

La trasformazione della costa regionale in un litorale romagnolo dando in concessione fino al 70% della costa è un errore grave. Il mare ha bisogno di rispetto come i cittadini. Per l’affido delle spiagge sarebbe stato meglio tenere un referendum popolare in merito, non far approvare un piano da qualche decina di fidati consiglieri regionali fregandosene dei pareri di chi il mare lo conosce e lo vive.

Magari così la politica avrebbe avuto una bella risposta dai cittadini. Ma qui in Italia si usa come nel MedioEvo….

Concessioni vs Diritti

Seguiremo sempre e con attenzione questa attività del Diritto al Mare Libero e pulito, custodito e gestito dalle strutture pubbliche. Supporteremo chi si spende per la tutela dei beni pubblici e parteciperemo alle proposte di miglioramento delle nostre terre, in autonomia e con le forze imprenditoriali locali.

 

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