I Meridionalisti si radicalizzano per l’Ambiente ed i DirittiTorrecuso, la Segreteria dei Meridionalisti

Il 5 giugno scorso a Torrecuso (BN), si è tenuto un lungo incontro di Segreteria politica allargata. Abbiamo verificato le attività in atto e quelle da intraprendere, vista la fine imminente del black out dovuto al Covid. E’ così finita la pausa di riflessione per tarare su una diversa lunghezza d’onda il rapporto tra la nostra sensibilità ai temi dell’Ambiente e dei Diritti con quelli economici ed amministrativi.

Ambiente ed i Diritti: come da Statuto non medieremo più nulla

Tra i punti fondanti il nostro Statuto vi sono l’ambiente ed i diritti. Bene, più l’economia e lo sviluppo crescono, più le condizioni del pianeta su cui abitiamo peggiorano in modo critico. Più aumenta il PIL, più aumentano le discriminazioni territoriali, le guerre, l’odio razziale e religioso. Aumentano anche i poveri assoluti e gli Stati cancellano i diritti più importanti e le libertà, sia individuali che di interi popoli.

Questi modi di comportarsi li ritroviamo nella politica e nell’amministrazione, con danni enormi alla qualità della vita. Tutto viene dopo la crescita e lo sviluppo. Ma l’equazione crescita e sviluppo uguale PIL ha portato alla devastazione dell’ambiente (questo è un dato di fatto certificato dall’ONU) ed alla violenta, rapida e progressiva perdita dei diritti. E’ tempo di scegliere tra PIL oppure Benessere e Felicità. Per questi motivi oggi i Meridionalisti radicalizzano il loro impegno per l’Ambiente ed i Diritti

Tra PIL e benessere scegliamo la felicità ed il benessere

Il PIL dovrebbe essere un misuratore indicativo delle correzioni da dare alle politiche occorrenti, per ripartire benessere e miglioramenti nella casa in cui noi tutti viviamo. La crescita dovrebbe riguardare la felicità delle persone e dei popoli, eliminando le differenze di qualità della vita e facendo finire le guerre. Lo sviluppo dovrebbe essere quello del benessere delle persone. Invece l’uso del PIL come discriminante assoluta per fare o non fare ogni scelta politica, tranne che dei conti economici di chi presta denaro in cambio di modifiche alle leggi ed ai Diritti Costituzionali. Peggio ancora, i Governi sono stati messi in mano a super tecnici che oramai vedono solo un modello economico concorrenziale e governato da lobby create in borsa piuttosto che dalle persone.

I Meridionalisti, la politica e l’amministrazione pubblica

Ci siamo posti questa domanda : “sono compatibili la felicità ed il benessere con la crescita e lo sviluppo?

Questa la risposta : “sono necessari il benessere e la felicità, altrimenti tra pochi anni il PIL sarà l’epitaffio sulla tomba della specie umana“.

Per noi Meridionalisti ogni azione economica deve tenere conto prima di tutto dei Diritti individuali e collettivi e dell’impatto sull’ambiente in cui viviamo. Non abbiamo altra scelta, tutti non abbiamo altra scelta. Se le maggiori Agenzie mondiali utilizzate dall’ONU, che studiano il clima e le sue conseguenze, affermano che siamo già  in piena “emergenza climatica” noi gli crediamo. Questo perché ci siamo guardati attorno e ci siamo resi conto che è così come hanno scritto.

La politica ha sbagliato metodo e merito. Ha privilegiato il denaro e gli affari per saccheggiare l’ambiente senza riguardo, devastando la casa dove abitiamo. Ha privilegiato cose come la schiavitù, il lavoro minorile, le guerre, le divisioni e l’odio etnico e razziale. Questo è storia. Noi non ci stiamo più a questo gioco e nemmeno vogliamo più mediare, semplicemente perché il tempo per mediare è finito ieri.  Si deve cambiare subito, oppure, stando alle proiezioni disponibili sui siti dei maggiori Istituti di ricerca legati all’ONU, a breve avremo delle migrazioni di popoli che entro il 2300 interesseranno ben 3,5 Miliardi di persone. Lo faranno per l’assoluta inabitabilità dei loro paesi.

Evitiamo che il Sud sia la prossima preda

Abbiamo oggi un Nord Italia molto avanzato e con importanti infrastrutture, capitali finanziarie come Milano Torino e Bologna, con una classe politica monolitica quando c’è da fare scelte per quell’area territoriale. Il Sud ha avuto, ed ha, leader e maggioranze politiche asservite agli interessi “dell’Italia”. Così avveniva anche in India con gli inglesi oppure in Europa con i nazisti o come faceva, e fa ancora,  la Francia in Africa. Il Sud è sullo stesso piano, la Costituzione all’atto pratico vale per tutti tranne che per i “terroni”. Quando serviva carne da cannone veniva presa in gran parte dal sud. Così come quando servivano emigrati da scambiare con il Belgio per il carbone qualche decennio fa.

Il Piano Marshall per la ripresa vedeva il 90 % dei soldi finire al Nord e al Sud il manager della distribuzione degli aiuti era Lucky Luciano (capo mafia negli USA). Nel periodo del “miracolo italiano” servivano braccia da sfruttare oppure tecnici, allora  andavi al nord oppure il “miracolo” lo vedevi in fotografia se abitavi al sud. Ancora oggi figli e intere famiglie al loro seguito emigrano per poter avere una chance di “vita normale”.

Oggi con i soldi del Recovery Fund e la ripartizione del PNRR si guarda “prima al Nord”, perché il Sud deve “imparare a spendere”. Parole di una politica nata ed eletta al Sud. Sostengono che il 40% è già tanto. Dimentica la Signora che proprio “l’Italia” è il penultimo paese dell’EU per spesa effettiva dei Fondi Europei. E’ capace di spendere solo il 34% del denaro assegnato. Allora si tratta ancora una volta di “Apartheid economico e politico”. La “legge del 34% al Sud” l’abbiamo ottenuta solo pochi anni fa a Bruxelles noi cittadini meridionali non i politici meridionali, e la UE l’ha imposta all’Italia. Oggi una petizione che dia al Sud il 68% dei soldi della UE per la ripresa è stata accolta dalla UE ma è boicottata di fatto dai politici, soprattutto da quelli meridionali.

I prossimi scenari per il Sud

Il clima al nord sta subendo una mutazione forte e rapida, assai più rapidamente che al sud, e qui abbiamo risorse naturali in grado di attrarre ricchi e benestanti di ogni parte d’Europa. Questi cercano adesso non più “PIL” e ricchezza da vivere in climi difficili, ma vogliono vivere in un clima mediterraneo, con un mare ospitale. Vogliono vivere nel benessere ed in modo felice. Dovremo difenderci rivendicando i nostri Diritti territoriali per impedire l’arrivo di un nuovo colonialismo, quello che abbiamo già visto nel nord est della Sardegna. Finanzieri che comprano e sfruttano per i loro interessi usando mano d’opera locale come si fa in Giamaica e nei Caraibi, e come facevano a Cuba.

Continueremo a lottare per avere una classe dirigente competente, onesta e identitaria, legata agli interessi primari dei nostri territori. Dobbiamo avere un mare pulito, un’aria pulita, e acqua disponibile (quella che abbiamo in quantità enorme ma che non deve essere data in gestione a società di lucro). Va bloccata l’indiscriminata cementificazione del suolo e serve una costante bonifica del territorio.

Inquinamento, cambiamento climatico e perdita dei diritti, come quello della Sanità Pubblica uguale per tutti, sono alla base di un drastico peggioramento della qualità della vita e della salute dei cittadini dei nostri territori. Diamo una ultima informazione per far meglio capire la portata di quello che abbiamo scritto. Ogni 5 anni in Italia aumenta il numero delle persone allergiche per problemi dell’inquinamento dell’aria. Quasi il 50% degli abitanti “italiani” soffre di allergie. Credo che sia il caso di pensarci, magari prima di pensare al prossimo acquisto di un gadget elettronico.

Alessandro Citarella

per la Segreteria dei Meridionalisti