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Oggi il nostro racconto sull’Italia dei veleni ha ad oggetto la storia di Ferrara.

Dichiarazioni dei Pentiti

Le dichiarazioni dei pentiti di mafia, cristallizzate nei fascicoli delle procure, e confermate dalle analisi dei terreni, rivelano come il business dei rifiuti sia oro.

Mentre al sud si perpetrano i reati ambientali in modo caotico e meno silenzioso, nelle zone settentrionali i fatti criminosi assumono connotati paradossalmente “professionali”: da ciò consegue l’assenza di alcun sospetto da parte della cittadinanza e il disinteresse da parte dei media locali.

Ferrara – per l’opinione pubblica nessuna “Terra dei Fuochi”

Non esiste per l’opinione pubblica un problema “Terra dei Fuochi,” eppure anche in certe zone della provincia ci si ammala ugualmente di cancro.

Al 2021 – sì, perché ancora oggi altre sei discariche sono sotto indagine della forestale di Argenta e Mesola, le discariche denunciate per smaltimento illecito di rifiuti e veleni, solo nel ferrarese son più di una trentina.

Gruppi di cittadini ed esperti, ex proprietari di discariche e pentiti hanno portato alla luce il sistema “brace”. Quello consistente nell’interramento dei veleni senza alcun fuoco in espansione ma tutto rigorosamente caldo e interrato.

Piante che non crescono

I campi di grano, raccontano i contadini, avrebbero dovuto avere piante alte almeno un metro e mezzo. Invece, si notano i miseri 30 cm di altezza delle stesse.

I rifiuti sono di ogni genere: solidi urbani, amianto, oli, fanghi, scorie.
La cosa sconcertante, aggiunge un cittadino, é che nella tragedia ormai mondiale, nella individuata “Terra dei Fuochi” campana, oggi i campi deturpati non possono essere più destinati alla coltivazione, mentre qui “in terra di brace” ancora si coltiva, e, sempre che vi sia correlazione tra inquinamento della terra e nocività dei suoi prodotti si mangia e si assorbe veleno!

Bolle falsificate, collusione politica e criminalità

Il metodo? Sempre lo stesso: falsificazioni di bolle, collusione politica, imprenditoria e manovalanza criminale.

Un sistema che arricchiva tutti, tranne la popolazione.

Storia triste, che non fa altro che aggiungere un tassello alla ricostruzione complessiva e globale che deve guidare ciascuno di noi nell’analisi critica della realtà. Siamo vicini al popolo ferrarese e speriamo che la lotta porti i risultati sperati.

–a cura di Antonio Manfredonia

(L’autore è un militante meridionalista nato a Napoli nel 1989. Solo trasferendosi al Nord Italia, all’età di diciannove anni, inizia a guardare criticamente la situazione socio-economica della propria terra. Cerca di rispondere, attraverso una corretta informazione, i tanti interrogativi rimasti insoddisfatti, specialmente quelli legati alla sua emigrazione.)

Di Meridem