elezioni europee e autonomia differenziata

L’Autonomia Differenziata proposta dal ministro leghista Roberto Calderoli ha obbligato i cittadini italiani e in particolare quelli delle regioni meno ricche ad affrontare il tema del ruolo dello stato rispetto alle regioni.  Nel Sud ci sono tanti che auspicano la creazione di una “Macro Regione Autonoma Meridionale”. Questa macro regione potrebbe federarsi con la Sicilia, che già dal 1946 è una regione a statuto speciale con autonomia in molti ambiti, almeno formale.

Tuttavia, tra i meridionali favorevoli ad autonomie più estese rispetto a quelle attualmente previste dalla Costituzione, c’è una fondamentale divisione rispetto ai tempi di attuazione.  Alcuni pensano che il Governo debba prima creare condizioni di equità tra le regioni mentre altri vorrebbero l’attuazione immediata, anche se a scapito dell’uguaglianza sancita nell’art 3 della Costituzione.

Autonomia e centralismo in Europa

Anche in altri Stati della Comunità Europea c’è un continuo dibattito tra i sostenitori della centralità statale e quelli che spingono per più autonomia.  In Spagna e in Francia si affrontano dibattiti da decenni sulle autonomie regionali e richieste di indipendenza.  Le lotte dei militanti baschi contro il regime del dittatore Francisco Franco in Spagna hanno fatto la storia, tra attentati e condanne a morte.  Così come oggi sono all’ordine del giorno le battaglie non violente dei catalani nei confronti dello stato nazionale e democratico della Spagna.  In Francia, i Bretoni come i Corsi comunicano nella loro lingua e spesso scendono in piazza contro le politiche di Parigi.

È interessante notare che in gran parte i movimenti autonomisti o indipendentisti sono europeisti, cioè vogliono rimanere in Europa.  Per esempio, c’è lo Scottish National Party che mira a riportare in Europa una Scozia indipendente dal Regno Unito, dopo la Brexit voluta dai conservatori inglesi.

Elezioni europee e il Sud

L’Europa rappresenta probabilmente l’ultimo baluardo per politiche di uguaglianza territoriale; almeno così si pone. Le prossime elezioni europee dovrebbero, di conseguenza, rappresentare un impegno per i paladini dell’art 3 della Costituzione ed in particolare per i cittadini delle Regioni meno ricche e per il Sud.

Purtroppo, in Italia, anche per le prossime elezioni europee, il Sud avrà difficoltà nell’individuare ed eleggere dei parlamentari europei effettivamente rappresentativi del territorio e dei suoi interessi. Quasi tutte le formazioni in lizza per la Circoscrizione Meridionale e quelle per la Insulare Sardegna-Sicilia hanno come capilista politici del Nord.  Nonostante la legge preveda che saranno conteggiate le preferenze per i singoli candidati di ogni lista, il posizionamento nella parte alta della lista crea una condizione di maggiore visibilità.

Una campagna elettorale senza programmi politici

Inoltre, a complicare il compito dei cittadini, è il silenzio di quasi tutte le compagini elettorali sulla questione dell’autonomia differenziata.  Infatti, le liste che fanno riferimento al Governo Meloni, evitano il tema. Così come quasi tutte quelle che fanno riferimento all’opposizione, se si esclude la manifestazione di piazza del 25 maggio 2024 a Napoli. Mancano programmi politici specifici. Non si discute sul ruolo dello Stato e dell’Europa rispetto alla difesa dei diritti sociali e di quelli civili. Non si parla del ruolo dell’Europa per favorire l’equità territoriale e la pace. Insomma, è una campagna elettorale senza politica.

Nelle diverse liste spiccano alcuni nomi più vicini al meridionalismo democratico europeista. Tra questi ci sono quelli di Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, di Valeria Spinelli, militante impegnata nei Campi Flegrei, di Rosa D’Amato, eurodeputata e militante tarantina, di Sandro Ruotolo, giornalista, e di Leoluca Orlando, ex sindaco di Palermo. Per il resto, c’è il vuoto dove rimbomba l’eco dell’autonomia differenziata e dell’egoismo, quello differenziato.