raffaele bracale

Noi Meridionalisti ci uniamo al dolore di tantissimi per la scomparsa di Raffaele Bracale. “Lellobrak” era la “cassazione dell’idioma napoletano” e lo vogliamo ricordare per la gentilezza e il sapere riconosciuto da tutti della nostra madre lingua. Il nostro linguaggio di popolo è un sistema linguistico che è stato lingua ufficiale di una nazione quando l’italiano, tra il Manzoni ed i regnanti sabaudi, ancora non era nemmeno in fasce. La vita di Raffaele è durata 77 anni, tra una parte di lavoro bancario e poi di scrittore, studioso e Napoletanologo. Ci ha dato la possibilità di avere un confronto pratico con il  “presidente di Cassazione”  del nostro idioma.

Qui un suo scritto tanto utile a tutti : brak: NASCITA DELL’IDIOMA NAPOLETANO (lellobrak.blogspot.com) .

Il riconoscimento pubblico del prof. Raffaele Bracale

Abbiamo potuto leggere parole bellissime e delicate nei riguardi di Raffaele Bracale da parte di importanti personaggi della cultura. Maurizio De Giovanni e Amedeo Colella lo hanno ricordato come “il Maestro”. Ma ci hanno toccato ancora di più le belle parole in suo ricordo, come scrittore e “napoletanista”, da parte di una grande quantità di persone, che vivono anche in posti lontanissimi da Napoli. Ricordiamo Raffaele Bracale come  graditissimo ospite di tv e giornali, sempre cortese e gentile, dotto ma in modo semplice e comprensibile a tutti.

L’importanza di una vita spesa per un popolo

Ne abbiamo pubblicato una foto da sorridente con sullo sfondo il “suo” Golfo di Napoli con tanto di Vesuvio accanto. Lo ricorderemo così, confidando che altri nomi illustri dell’idioma napoletano ne proseguano il lavoro con lo stesso “sistema”, ovvero quello di mettersi a disposizione di tutti con gentilezza e pazienza, come faceva lui. Anche chi era timido con lui  si trovava a proprio agio e riceveva sempre risposte e giuste dritte per capire, parlare e soprattutto scrivere.

Così facendo è riuscito a far diventare un fuoco ardente visibile da molto lontano quel lumino acceso che è la nostra madrelingua. Che ha resistito al passaggio della devastazione unitarista sabauda, che ha quasi distrutto la nostra identità di popolo.

Abbiamo ripreso la nostra identità collettiva  ricominciando a parlare con orgoglio la nostra lingua, così come fanno già tanti popoli. Aggiungiamo anche che in Italia diverse regioni utilizzano anche la segnaletica stradale con la doppia dizione, quella locale e quella statale. Usiamo quindi la lingua italiana per comprenderci con tutti gli altri abitanti del condominio Italia, che nonostante tutto ancora ci tratta in modo discriminatorio, favorendo le scuole del centro-nord a forte discapito di quelle del nostro amato ex Stato delle Due Sicilie.

Ricordiamo un uomo che ci ha dato tantissimo

Onore quindi alla memoria di una persona grande che non solo ha vissuto a Napoli rifiutando il termine da noi inviso “fuitevenne” , ma ha ri-dato una parte fondamentale della nostra tradizione, senza mai chiedere, a tutti coloro che volevano riprendersi un importante pezzo della propria identità, personale, genitoriale e di popolo.

Ci piace ricordare che nell’ultima pubblicazione sul suo blog personale, risalente al 20 dicembre scorso,  presenta “il menù di San Silvestro”, spiegato fin nei particolari nelle pietanze che lo compongono. Ci piace ricordarlo così, come un vero napoletano affezionato alla propria “parlata”, alla propria cucina tipica ed alla immancabile tazzulella ‘e cafe’ . E se non ho scritto correttamente spero che mi perdonerà.

Alessandro Citarella

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