imprenditoriProteste davanti al Palazzo

I meridionalisti prendono decisamente posizione riguardo ai fatti accaduti a Napoli ieri sera. Sosteniamo la protesta degli imprenditori perché dettata da ragioni che non possono più attendere risposte in ritardo da mesi. Tuttavia, non sosteniamo alcun atto di violenza.

Proteste in diversi comuni

In Campania,  da giorni ci sono proteste in diversi Comuni, perché purtroppo le spese e le tasse restano a carico degli imprenditori, soprattutto quelli delle PMI e dei loro familiari e dipendenti. La manifestazione di ieri sera a Napoli è stata organizzata in modo poco più che spontaneo.

Quanto il governo e le altre istituzioni hanno prodotto a sostegno delle imprese è in ritardo e non è sufficiente per salvarle.  Né è sufficiente per permettere agli imprenditori e ai loro dipendente di sopravvivere durante l’annunciato periodo di lockdown, ormai prossimo.

Si tratta di misure parziali e frammentate, dal fisco agli aiuti, scoordinate tra lo Stato Centrale, le Regioni ed i Comuni. In tutto questo bailamme, arrivano proclami e, in concomitanza aumentano gli sforzi delle associazioni che portano cibo ed aiuti di privati cittadini, a chi è in difficoltà.

I fondi europei non utilizzati

A questo si aggiunge il mancato utilizzo dei Fondi Europei, anche di quelli destinati alle Regioni.  Il 75% medio non è stato utilizzato in 5 anni. E troppi, da Montecitorio a Palazzo Santa Lucia. passando per Palazzo San Giacomo, si glorificano di aver fatto miracoli. Non hanno fatto nemmeno l’ordinario per quanto riguarda ospedali, bus, treni, scuole, ambiente e lavoro.

A chi serve la violenza?

Ancora una volta sono comparsi in una legittima manifestazione di protesta facce di incappucciati molto pratici di guerriglia urbana ed organizzati in gruppi ben coordinati tra loro.  Sarebbe il caso di procedere come si fa prima delle partite di calcio: prevenzione piuttosto che dover poi arrivare allo scontro di piazza. La violenza di piazza danneggia sia chi protesta, sia chi lavora per la tutela dei cittadini, le forze dell’ordine. Tutto questo favorisce chi è al potere.

La fanfara mediatica contro il Sud

E’ infatti già cominciata la fanfara mediatica che bolla la protesta come violenza e basta, come si fa sempre quando la protesta è al Sud, è a Napoli.  Qualche giornalista importante addirittura ha provocato il Sindaco  Luigi de Magistris, in scadenza di mandato, chiedendo “a quale tribù appartenesse uno dei violenti di Napoli.”

Avremmo voluto rispondere noi alla giornalista. Semmai ribadendo che da napoletana, ben pagata da una televisione pubblica, a stipendio fisso, forse fa parte della stessa “tribù”.  Peccato che il Sindaco De Magistris, poco avvezzo alle raffinatezze della comunicazione, è caduto nel tranello mediatico.

I beneficiari della violenza per strada di ieri sera sono nelle stanze dei bottoni del potere politico.  Giocano a fare le vittime mentre, invece, sono i responsabili delle manchevolezze organizzative ed economiche venute a galla durante l’attuale emergenza sanitaria.  E così, il Presidente della Regione Campania avrà un motivo in più per chiedere fondi al governo per mantenere l’ordine sociale, mentre usa un linguaggio e adotta metodi da guerra, annunciando la chiusura totale.

Quello che c’è da fare subito

E’ necessario che le autorità di governo, ai vari livelli istituzionali, prendano due iniziative immediate di fronte all’attuale emergenza economica e sanitaria. Il primo è di attuare un reale piano di sostegno alle imprese.  Agli imprenditori e ai loro lavoratori servono aiuti reali a fondo perduto e non solo sospensioni di tasse e tributi.  Serve ossigeno affinché le aziende non chiudano, mettendo sul lastrico migliaia di lavoratori.

Il secondo è il rafforzamento del sistema sanitario nel Mezzogiorno.  I Presidenti delle Regioni del Sud, i componenti dei Consigli Regionali e il Ministro della Salute sanno bene che mancano troppi sanitari negli ospedali del Mezzogiorno.  Facessero presto nell’assumere il personale necessario. Si muovessero nel fare i concorsi.  Non è concepibile che si continui a sfruttare in modo bestiale i lavoratori della sanità. Non è accettabile che si continui a mettere toppe pagando privati, “associazioni” e “società” cifre notevoli che resteranno come debito che i cittadini dovranno pagare alla fine della fiera.

Se le autorità non intervengono in modo reale e credibile, quanto si è visto ieri sera a Napoli potrebbe diventare la nuova “normalità”.

Alessandro Citarella  — Segretario politico dei Meridionalisti