PNRR - piano nazionale di ripresa e resilienza e il Sud

Uguaglianza territoriale e Costituzione

Il nostro movimento segnala da molto tempo che lo Stato Italiano non attua una politica indirizzata effettivamente all’uguaglianza territoriale. Chiediamo che si applichi l’articolo 3 della Costituzione che impone al Governo di rimuovere quegli ostacoli che impediscono una reale uguaglianza fra i cittadini.  Questa richiesta, è sempre stata ignorata da parte dello Stato. Tra questi ostacoli, due in particolare, oltre a quello già cronico della mancanza di sicurezza, sono diffusi e presto diventeranno anch’essi cronici e potrebbero avere un effetto devastante sull’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza  (PNRR) nel Sud.

Classe dirigente del Sud e la Burocrazia

Il primo è che la classe dirigente del Sud è caratterizzata dalla assenza di tre componenti essenziali, cioè la competenza, l’onestà e il senso identitario.  Il secondo è che, al Sud, la burocrazia pubblica alimentata dal clientelismo politico è asfissiante, inefficiente, ma soprattutto è dominante.

Questi due problemi che già sono stati degli ostacoli difficilmente sormontabili per l’attuazione dei piani di sviluppo e coesione della Unione Europea attraverso i Fondi Strutturali, saranno insormontabili per l’utilizzo dei fondi europei destinati al Sud nel PNRR.  Se abbiamo denunciato in passato l’iniqua distribuzione territoriale dei fondi del PNRR, ora è d’obbligo suonare l’allarme per un probabile fallimento delle amministrazioni regionali e comunali del Sud nel far fronte agli adempimenti che le procedure europee del PNRR impongono quale condizione per impegnare i fondi.

A rischio decine di miliardi di fondi europei

In un’inchiesta pubblicata da “La Repubblica” il 28 ottobre 2021, emerge che sono a rischio decine di miliardi del Recovery Plan assegnati al Sud.  La drammatica arretratezza nella innovazione tecnologica e l’insufficiente livello di professionalità (principalmente dovuto ad una formazione carente) delle pubbliche amministrazioni del Sud, asfissiata dalle “sue burocrazie”, non permetterà alle amministrazioni locali di far fronte agli adempimenti che le procedure europee del PNRR impongono quale condizione per impegnare i fondi.

Si rischia il collasso

Il sindaco di Aversa, Alfonso Golia, che i meridionalisti hanno sostenuto con grande entusiasmo durante la sua campagna elettorale, è stato lapidario nelle sue dichiarazioni a “La Repubblica”: “Siamo al collasso. Un solo dipendente per tutta l’area Urbanistica: e avremo altri 40 pensionamenti tra 2021 e 2022. Rischiamo di non poter progettare nonostante i 2 milioni stanziati dalla Regione Campania per supportare i Comuni. Anche il famoso concorso dei 2800, al di là delle buone intenzioni di Brunetta, è stato una beffa…Ho scritto all’Anci, lo avevo già fatto con l’ex ministra Dadone. Serve un intervento coraggioso e radicale. Altrimenti, dovremo decretare che la sussidiarietà sancita dalla Costituzione è solo una chimera”.

Che fare?

I meridionalisti chiedono che si proceda celermente su un doppio binario.  Lo Stato deve immediatamente mettere a disposizione delle Regioni e dei Comuni del Sud un numero sufficiente di tecnici e professionisti esperti di progettazione e rendicontazione.  Non c’è tempo da perdere rispetto ai fondi PNRR, perché li perderemo.

Nel frattempo, le Regioni e i Comuni devono completate le assunzioni di tecnici, dirigenti e funzionari, nelle rispettive amministrazioni.  Ci associamo alla richiesta-denuncia di Carlo Marino, sindaco di Caserta e presidente di Anci Campania. “Noi pensiamo che occorrano nei Comuni del Sud almeno 5 mila assunzioni straordinarie di giovani tecnici qualificati soprattutto nell’area della rendicontazione, del digitale e della competenza legale… Un numero che può bastare a patto che vada in porto il piano di 60 mila assunzioni fino al 2024 previsto dalla legge di Bilancio. Senza assunzioni nei Comuni la territorializzazione dei fondi PNRR rischia di andare gambe all’aria. È impensabile che la Campania possa spendere 7,364 miliardi già assegnati senza un ruolo attivo degli enti locali. Al Governo diciamo: non basta far ripartire le imprese, devono ripartire anche i Comuni”.

È fondamentale che si consolidi un vasto fronte meridionalista, dai movimenti ai rappresentanti nelle sedi istituzionali, per non perdere l’occasione che i fondi del PNRR rappresentano per il Sud.

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foto di copertina: Nubifragio a Catania – Settembre 2015. Via Etnea allagata. Foto di Boris Behncke