politica energetica

Siamo stati molto generosi con questo titolo, perché in realtà i governi italiani in campo di politica energetica alternativa sono stati il peggio, attuando un programma contro gli interessi dello Stato e contro i cittadini. Ci riferiamo in particolar modo agli impianti eolici. 

I costi ed i ricavi con l’eolico

Prendiamo come esempio un generatore eolico da 2 MW e 80 metri di diametro, che costa circa 2.5 milioni di euro e produce in un anno circa 4.400 MWh. Considerando che negli anni il costo medio di un MWh, compresi gli incentivi, è stato di €180 per i primi 8 anni e di €90/MWh negli anni successivi, nei primi 8 anni ogni pala eolica di questo tipo ha fruttato €180*4.400= €792.000. Dunque, nei primi tre anni si sono incassati €2.376.000, praticamente rientrando nell’investimento.

I Governi italiani hanno favorito soltanto il profitto nella politica energetica

I governi italiani a chi hanno consentito di fare questi investimenti? A chi già aveva soldi da investire, in alcuni casi consentendo alla malavita organizzata di realizzare interi parchi eolici riciclando ricavi illeciti. 

Calcoliamo adesso cosa avrebbe potuto fare un Comune con una pala eolica propria, realizzata con mutui agevolati dallo Stato. Dopo aver ammortizzato i costi iniziali, dal quinto all’ottavo anno (considerando il quarto anno utilizzato per gli interessi del mutuo e la manutenzione) ogni Comune avrebbe potuto disporre di €792.000 per costruire opere pubbliche, oppure per ridurre le tasse ai cittadini, e dal nono anno al venticinquesimo (durata media di una pala eolica) €396 mila/anno.

Il ricavo totale del Comune poteva essere di circa €9.900.000. Per i Comuni del Sud in particolare sarebbe stata una salvezza, considerata la scarsità di fondi che ormai arrivano loro.

La politica italiana ripete il suo solito cliché

Siamo in uno Stato che da 162 anni favorisce i pochi ricchi a danno del bene della comunità, ed anche in questo caso un’idea del genere non ha neppure sfiorato le furbe menti dei nostri politici. E così anche il vento diventa privato, con i ricavi che finiscono in altri territori, lasciando alle comunità locali i pochi spiccioli della servitù del terreno di installazione. 

Le ultime tutele per la collettività sono nelle carte del Regno delle Due Sicilie

La cosa “simpatica” è che una delle poche motivazioni utilizzabili dai cittadini per opporsi alla realizzazione dei parchi eolici privati risale alle leggi del Regno delle Due Sicilie. Esistono, infatti, ancora terreni scampati al saccheggio fatto dai Savoia al Sud, non venduti ai baroni locali, su cui ancora oggi gravano gli usi civici. Quando si dimostra con idonea documentazione che il terreno è gravato dagli usi civici, su di esso non è possibile edificare alcunché.

Oggi scopriamo che eravamo più tutelati 200 anni fa

Quella che abbiamo appena descritto è l’ulteriore dimostrazione che, a distanza di 200 anni, chi allora faceva le leggi era effettivamente  lungimirante. Infatti  mettevano all’epoca la Persona al centro dell’interesse dello Stato, ed in particolare i meno abbienti, piuttosto che il mero profitto economico affermatosi con la rivoluzione industriale e le ideologie da questa scaturite.

I Meridionalisti

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