Le politiche meridionaliste per napolila Visione Meridionalista per Napoli

I Meridionalisti hanno una precisa visione del futuro di Napoli. L’amministrazione, anche a  Napoli, serve a rendere egualmente vivibile tutto il territorio comunale.  Abbiamo verificato che l’attuale maggioranza, per la gestione ordinaria,  lascia criticità nelle periferie e in diverse aree gestionali, a partire dalle Municipalizzate per finire alla mancata riscossione dei crediti. Queste attività sono all’attenzione di chiunque governerà, perché  lo scopo amministrativo “ordinario” in una città  è quello di sistemare progressivamente queste mancanze, che sono in parte anche ereditate.

La visione Meridionalista del cambiamento a Napoli

Noi Meridionalisti abbiamo una chiara visione di cosa fare immediatamente oltre alla solita amministrazione ordinaria. I cambiamenti climatici, ormai rapidi, violenti e diffusi, sono la cosa  più importante con cui confrontarci oggi e nel futuro.  A questi cambiamenti nessun Comune o Città metropolitana può sfuggire, tanto che da anni è il motore delle azioni della classe dirigente più oculata nella UE.  Come Movimento ci siamo confrontati sull’impatto che tali cambiamenti stanno già avendo ovunque e sulle sue ricadute a livello locale.

Il cambiamento climatico fa cambiare le priorità sociali

La situazione ambientale è talmente grave che anche da noi la classe politica e dirigenziale comincia a guardare a qualche idea di cambiamento. Questo “barlume di cambiamento” purtroppo non deriva da una libera scelta fatta consapevolmente, ma sembra attivarsi solo se obbligato dai vincoli di spesa pubblica finanziata. Abbiamo constatato anche a Napoli, che valutazioni serie ed immediate su questi argomenti, quando ci sono, vanno soltanto nella direzione dei flussi finanziari che potrebbero o meno arrivare. Rispetto alla qualità della vita ed al benessere degli abitanti c’è quindi un atteggiamento passivo ed  una volontà di prosecuzione di progetti  a base di cemento, emissione di gas serra e consumo del suolo, senza pensare di adeguarli a valutazioni che evitino del tutto gli impatti ambientali.

Per il benessere dei cittadini e la fruibilità dell’ambiente, in una visione che integra il modello attuale basato su crescita e sviluppo senza considerare davvero l’ambiente, abbiamo centrato una serie di proposte che saranno da noi perseguite e spinte verso chiunque voglia amministrare Napoli  :

I principali punti di programma dei Meridionalisti

      1) Discarica di Pianura-Pozzuoli

Sono passati troppi anni nel silenzio voluto dalla classe dirigente, sia italiana che locale, su questa enorme bomba ecologica. Questa discarica si trova a soli 50 mt in linea d’aria dall’Oasi naturale degli Astroni, ed è parte integrante del Parco Regionale dei Campi Flegrei. Le autorità hanno chiuso questa discarica nel 1996 . In questa discarica vi sono almeno 800.000 tonnellate di fanghi dell’A.C.N.A. di Cengio. Vi sono inoltre 113 tonnellate di polvere di amianto, 48.000 tonnellate di rifiuti industriali speciali, 380.000 tonnellate di rifiuti speciali generici, molti rifiuti ospedalieri anche radiologici. La gran parte di quest’ultima tipologia di rifiuti proviene dal Nord.

Questa discarica non ha il telo impermeabile sul fondo e a soli 100 metri di profondità c’è una falda acquifera. La discarica emana biogas infiammabile ed anche sostanze nocive disperse nell’aria. Il percolato molti anni addietro fu rinvenuto almeno a 54 metri di profondità.

Proponiamo che il Comune di Napoli, assieme a quelli limitrofi come Pozzuoli, debba:

Verificare se il percolato ha già raggiunto la falda freatica  posta a 100 mt di profondità.

Far controllare se vi sono emissioni di biogas combustibili e anche la tenuta dell’isolamento superficiale.

Sapere a quale distanza ed in quali direzioni, in particolare verso il mare di Pozzuoli, è arrivato il percolato, che non ha barriere di contenimento.

 

        2) Screening e verifica dell’ incidenza tumorale

Verifica nei distretti sanitari interessati dalla Discarica e delle ex Aree Industriali, della incidenza, della tipologia e della  mortalità dei tumori e delle malattie derivanti dalla vicinanza a questi distretti inquinanti.

        3) Bagnoli (area ex ILVA)

Il Comune deve produrre atti ed azioni che obblighino ad effettuare in tempi rapidi e certi le bonifiche delle aree pubbliche e dei relativi dei tratti di mare.

Le pre-condizioni per le attività imprenditoriali e dei servizi nell’area ex Ilva sono quelle di evitare che rumore, inquinamento e micro-criminalità non siano impattanti sulla normalità esistenziale degli abitanti dei quartieri limitrofi a questa area.

Va eliminata la colmata a mare di Bagnoli lasciando nel ciclo di smaltimento naturale sia le acque provenienti dalla retrostante area collinare verso il mare che gli affioramenti naturali provenienti dal sottosuolo. Inoltre sarebbe opportuna l’apertura di un varco, sotto al ponte tra la terraferma e Nisida che permetta il più veloce ricambio di acqua nella baia di Bagnoli.

          4) La periferia dimenticata

L’Area Est di Napoli, area ex industriale e zona di Vigliena, con la centrale a turbogas, vanno fatte verificare per la salubrità e la sicurezza della salute degli abitanti.  Ad oggi l’ex area industriale Q8 è un’area senza un destino programmato e senza una vera bonifica. Per la centrale di Vigliena vanno effettuati screening mirati soprattutto per i bambini relativamente al micro particolato nell’aria.

          5) Waterfront

Non vogliamo una cementificazione  delle aree pubbliche prossime al mare. Vanno assolutamente evitate cementificazioni delle linee di costa e nuove volumetrie di manufatti in prossimità del mare.

Non vanno fatte aumentare di numero le concessioni a lidi privati sulla costa,  verificando che gli spazi pubblici siano preponderanti e ben tenuti rispetto a questi.

           6) Elettricità

Va avviata l’ installazione di impianti fotovoltaici e di produzione di acqua calda “solare” in tutte le strutture pubbliche o in concessione in tempi brevissimi.

           7)  Mobilità “elettrica”

eBike ed eCar in sharing sono necessarie, cominciando con stazionamenti prossimi alle stazioni ferroviarie di scambio e all’aeroporto. Il TPL su ferro deve avere un prolungamento dell’orario sulle tratte per abbattere l’uso di auto private. Le centraline di ricarica elettrica vanno installate in spazi pubblici con annessi posti a parcheggio a zero spese. Va previsto un numero minimo, da aumentare con il tempo, di stazioni di ricarica per ogni Municipalità.

           8) Inquinamento dell’aria

Va fatta una verifica estesa, con centraline mobili, del livello di inquinamento nell’area del Porto e delle strade di maggior passaggio che abbiano vicino scuole ed abitazioni. Va fatta una programmazione delle rilevazioni sulle Municipalità. I risultati vanno inseriti in un sistema di consultazione pubblico in rete e devono essere aggiornati in tempo reale.

            9)  Verde Pubblico

Va fatto un censimento informatizzato reso pubblico ed una sorveglianza programmata di alberi e verde pubblico sul territorio. Vanno strutturati progetti di incremento periodico del verde pubblico e non vanno fatti pagare ticket di alcun genere per gli accessi. Ogni spazio verde pubblico va reso disponibile.

          10)  Beni storici e naturali

I Comuni dell’area metropolitana di Napoli devono mettere in rete in rete sul territorio i propri beni storici e naturali  i beni storici e naturali. Questo “consorzio” deve  creare cooperative di giovani per la gestione delle attività di accesso e controllo di questi beni. Le cooperative di gestione devono avere sede legale ed operativa nella Città Metropolitana di Napoli.

          11)  Acqua potabile

La nostra acqua dei rubinetti deve provenire da fonti sorgive e non da pozzi. Le attività comunali di partecipazione decisionale a livello territoriale, regionale e nazionale devono andare in questo senso. Il governo ha previsto un soggetto unico di gestione sia delle fonti che della distribuzione dell’acqua nel Sud Italia. Sappiamo che Veolia (SPA francese) dovrebbe acquisire o controllare questo soggetto pubblico. Un consorzio tra Regioni Meridionali spinto da Enti locali deve evitare questa nefandezza, costituendo un Ente senza fini di lucro. Questo Ente deve avere sede nel Sud Italia e non deve avere partecipazioni di SPA. Le fonti di acqua devono essere gestite in esclusiva da un soggetto pubblico oppure tornare nelle mani dei Comuni con il solo fine di fornire acqua ai cittadini.

Conclusioni

Riteniamo che queste siano le priorità assolute per Napoli, oltre a quelle già previste per obbligo, come la gestione dei servizi che sono in capo ad un Comune.  C’è una “economia di crescita e sviluppo” legata a queste attività  che proponiamo, ed è del tutto compatibile per l’ambiente. Ci si deve slegare da schemi e modelli vetusti e dannosi.

Alessandro Citarella

Segretario politico dei Meridionalisti