L’ottima politica amministrativa, imperniata su una proposta politica di fondo chiara, semplice e rivolta a tutto l’elettorato, in particolare quello più in difficoltà economiche, ha portato gli indipendentisti in Scozia ed i repubblicani in Ulster al potere. Lo SNP è alla 11* vittoria consecutiva  in Scozia. Il principale partito indipendentista che governa da 15 anni la Scozia ha aumentato il numero dei rappresentanti, prendendone ben 453 su 1226, 22 in più delle scorse votazioni. In Irlanda del Nord lo Sinn Féin ha conseguito ben 27 seggi su 90, nonostante i cattolici siano assai meno numerosi dei protestanti. Anche qui la ottima politica amministrativa svolta dal 1998 ad oggi li ha fatti progressivamente crescere, avendo anche questo Partito come cardine una visione politica di pace e di benessere sociale diffuso, sopratutto per i meno fortunati.

Lo Scottish National Party cresce in Scozia mentre i liberisti crollano

In Scozia sta vincendo la politica della solidarietà sociale, dell’onestà, della ricerca dell’indipendenza basata sulla pace e su un ambiente sano. Tradizioni, identità, lingue ed economia locale sviluppata con attenzione per tutti hanno sempre più attratto gli elettori di ogni ceto. Anche i Verdi di Scozia, che non hanno nulla da fare con i verdi italiani, hanno ottenuto 35 seggi facendo politica ambientale con gli Indipendentisti, raddoppiando quindi i loro voti. Bene anche i Labour ed i Liberal, la sinistra sociale moderata, bene l’altro Partito Indipendentista con 152 seggi, male i Conservatori ed i filo-londinesi.  Adesso si attende quanto prima un referendum per l’Indipendenza, cosa che Boris Johnson vede come il fumo negli occhi. Infatti nessuna delle promesse fatte agli soczzesi, in particolare ai giovani, è stata mantenuta. Il motto di Londra si basava su una maggiore Europa in Gran Bretagna e maggior lavoro e benessere pilotato dalle multinazionali inglesi. Nessuna di queste cose si è realizzata, addirittura vi è stata la Brexit. A Londra si attendono dei pessimi giorni per quando sarà possibile il Referendum, ad Edinburgo sono pronti alla festa ed ai colpi di cannone, visto che ben oltre il 55% degli scozzesi, dopo diversi sondaggi di opinione, propende oggi per l’indipendenza.

Lo Sinn Féin vince e porta l’Irlanda verso l’Unità con il voto

Lo Sinn Féin è nato nel 1905, con Arthur Griffith come fondatore. Dopo aver ottenuto l’indipendenza dalla Gran Bretagna il 29/12/1937 con la nascita dell’EIRE, questo partito ha dovuto pensare a restare accanto ai cattolici del Nord Irlanda, nel frattempo rimasto territorio inglese. Due pesi e due misure con i protestanti unionisti e con i cattolici repubblicani che volevano solo vivere in pace avendo le stesse opportunità degli altri. Purtroppo questo non è stato possibile e addirittura negli anni ’70 i parà inglesi sparavano ai civili ammazzandoli per strada restando poi impuniti. Fame ed emigrazione costrinsero l’IRA a portare il conflitto anche a Londra. Questo finì con gli accordi di Stormont del 10/4/1998 che ebbero efficacia dal 2/12/1999. Dal 2005 Sinn Féin ha portato avanti politiche di pace e di coesistenza, guardando al progresso sociale con distribuzione del benessere e fine dell’emigrazione, oltre che all’unificazione delle due Irlande. Oggi la bontà della loro politica, contrapposta a quella del DUP, filo londinese e  con un occhio quasi di apartheid verso i cattolici, sta avendo ragione, al punto che anche i protestanti cominciano a votare Sinn Féin.

Bene anche i Labour e tengono anche gli altri Indipendentisti. Anche qui presto si metterà in moto la macchina referendaria per arrivare democraticamente ad una sola Repubblica d’Irlanda, con buona pace di Boris Johnson e di un conservatorismo retrivo e storicamente improponibile. Con 27 seggi su 90, il supporto probabile di SDLP con 8 seggi e dell’APNI, partito della conciliazione che ha partecipato agli accordi di Stormont assieme a Sinn Féin, il governo per Sinn Féin è possibile, e sarà un governo con occhio all’ambiente, all’unificazione dell’Irlanda, al benessere diffuso. La Sanità pubblica non sarà più un miraggio, così come la scuola accessibile a tutti, assieme alle tradizioni locali, alla lingua gaelica ed alla identità irlandese, piuttosto che la miseria, lo sfruttamento delle braccia con l’emigrazione e l’assenza di una politica sociale. senza dimenticare l’apartheid verso i cattolici che adesso è finito.

In Galles avanzano gli Indipendentisti

Il Galles aveva una maggioranza amministrativa in mano ai Conservatori. Oggi i Labour hanno conquistato 526 seggi su 1224 e certamente governeranno. Continua però la crescita degli Indipendentisti, la cui somma di 518 seggi su 1224 li porta oramai prossimi all’epilogo finale, che potrebbe arrivare alle prossime amministrative con la maggioranza che li porterebbe anche qui a poter chiedere un Referendum per l’Indipendenza come avverrà presto in Scozia. La gente comune è stufa di vedersi amministrare male e senza rispetto verso i “meno fortunati” che sono la stragrande maggioranza. Anche qui alle promesse dei Conservatori di un benessere diffuso dopo l’uscita dalla UE non sono seguiti i fatti ma se è migliorato fortemente il reddito dei ricchi le condizioni sociali ed economiche di tutti gli altri hanno avuto una forte flessione.

Sosteniamo e supportiamo gli Indipendentisti ed i Repubblicani

Fin dalla nostra costituzione sosteniamo e supportiamo Sinn Féin in Irlanda del Nord, SNP in Scozia e Playd Cymru in Galles.

Abbiamo una comune visione della società, con eguaglianza vera e benessere diffuso, ambiente pulito e scuole e sanità pubbliche integrate da quelle private, così come i trasporti. Investimenti in alloggi pubblici a basso costo per chi non può permettersi altro, politiche del lavoro serie e remunerative. Attività economiche anche trradizionali salvaguardate dalle mani lunghe delle multinazionali. Politiche verso l’estero di pace e contro il colonialismo e lo sfruttamento dei paesi poveri attraverso l’attivazione di conflitti locali oppure sostenendo dittatori in cambio di materie prime.

Anche l’Europa attende politiche di questo genere piuttosto che quelle oggi in mano ai fantocci delle banche e della grande finanza internazionale, messi a governare dai grandi partiti nazionali.

Qui da noi, al Sud e non solo, occorre una ben maggiore autonomia, magari costituendo una Macroregione Meridionale, visto che siamo stati scippati del nostro Stato Nazionale nel 1861 per mere ragioni coloniali. Da allora siamo rimasti su un binario morto grazie ai partiti Italiani.

 

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